THALASSA

quei giorni perduti a rincorrere il vento...

5.15.2006

Il diritto di essere umani


“Per un animo vigoroso nelle reazioni, nulla possiede una virtù tanto esaltante quanto il riconoscere gli errori cui ha la volontà di riparare”
JOSEPH KESSEL

Siete stati recentemente dal vostro psicanalista?
Avete dato uno sguardo alla rubrica in fondo al vostro magazine preferito?
Vi siete imbarcati in una “discussione da ombrellone”con amici e conoscenti?
Se avete risposto “sì” ad una di queste tre domande, di certo non vi sarà sfuggito il must della stagione.
“Adesso cerca di pensare a te stesso”
Qualsiasi sia il problema, sentimentale o professionale, l’incitamento è al self-care.
Perché gli altri sono insensibili e superficiali, e noi invece esseri speciali ed incompresi.
Perché se anche noi, come tutti, abbiamo qualche problema relazionale, è sicuramente colpa della controparte.
Perché oggi bisogna essere “se stessi”, farsi accettare come ci si trova, procedere sicuri del proprio cammino, e ignorare qualsiasi margine di miglioramento.
Ebbene io rivendico il diritto ai miei difetti.
Voglio i dubbi, le paure, le incertezze.
Voglio essere indecisa, insicura, timorosa.
Voglio trovarmi sul ciglio del burrone e rischiare, perché lasciarsi andare potrebbe essere meglio che restare aggrappati.
Voglio confrontarmi con gli altri e capire dove e perché sbaglio e cambiare, se necessario.
Perché mai e poi mai, di fronte all’evidenza dell’errore (e nonostante la solidità del cubo che mi merito…), mi giustificherò dicendo “sono fatta così”.

2 Comments:

At 18/5/06 4:50 PM, Blogger cabaio2004 said...

Da chi dobbiamo essere compresi??

Noi siamo quello che meritiamo di essere.

Bello di te è che cerchi il confronto,

Io le tracce di me negli altri.

http://cabaio.blogspot.com

 
At 19/5/06 6:27 PM, Blogger thalassa said...

l'altrui INCOMPRENSIONE:
la condanno come ennesima giustificazione all'incitamento al self-care, perchè riversa sugli ALTRI la responsabilità del malessere...
ma non ne escludo affatto la portata psico-sociale.
che siano tanti o pochi (anche uno solo, in effetti!) a comprenderci, è un modo che abbiamo per lasciare tracce negli altri...

 

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